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Un dossier internazionale per il riconoscimento del valore culturale e architettonico dei teatri all’italiana.
Il processo di candidatura di quattordici teatri storici delle Marche a patrimonio mondiale dell’umanità Unesco sta entrando nella sua fase decisiva. L’Italia ha avanzato la proposta per l’iscrizione nella lista Unesco nel 2026, includendo in un sito seriale complessivo diciotto teatri situati in tre regioni italiane: quattordici nelle Marche, due in Emilia-Romagna e due in Umbria.
Il progetto, denominato “Il sistema dei teatri condominiali all’italiana del XVIII e XIX secolo nell’Italia centrale”, è stato promosso dalla Regione Marche, con il coordinamento del servizio Unesco del Ministero della Cultura e il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, oltre alla rappresentanza permanente d’Italia all’Unesco.
Un ruolo centrale in questo processo è stato svolto dall’assessore alla cultura della Regione Marche, Chiara Biondi, che ha seguito da vicino tutte le fasi della candidatura. Il percorso, come da lei evidenziato in più occasioni, si trova ora in un momento cruciale, poiché il dossier è sottoposto all’esame degli organismi internazionali dell’Unesco, che dovranno esprimersi entro l’estate del 2025. Biondi ha sottolineato l’importanza della selezione effettuata, basata su criteri specifici legati alla tipologia, allo stile e alla costruzione dei teatri, elementi ritenuti fondamentali per ottenere il riconoscimento.
L’iniziativa ha origine dalla consapevolezza del valore storico e culturale del territorio marchigiano, una regione spesso definita “la terra dei cento teatri” per la sua alta concentrazione di teatri storici all’italiana. La candidatura, inizialmente basata su una Tentative List di 62 teatri in sessanta Comuni, è stata progressivamente ristretta a diciotto siti, di cui quattordici nelle Marche. La riduzione della lista è stata necessaria per rispettare le linee guida Unesco, che impongono un massimo di venti siti per le candidature seriali. Secondo Biondi, questa selezione non ha comportato un’esclusione definitiva degli altri teatri, ma rappresenta piuttosto un passaggio strategico per massimizzare le possibilità di successo della candidatura.
Tra i teatri marchigiani selezionati figurano:
- Teatro Gioachino Rossini di Pesaro
- Teatro della Fortuna di Fano
- Teatro Bramante di Urbania
- Teatro Pergolesi di Jesi
- Teatro Gentile da Fabriano di Fabriano
- Teatro Lauro Rossi di Macerata
- Teatro Vaccaj di Tolentino
- Teatro Feronia di San Severino
- Teatro Mugellini di Potenza Picena
- Teatro Persiani di Recanati
- Teatro Comunale di Porto San Giorgio
- Teatro dell’Aquila di Fermo
- Teatro Serpente Aureo di Offida
- Teatro Ventidio Basso di Ascoli
Completano la candidatura il Teatro Goldoni di Bagnacavallo e il Teatro Mariani di Sant’Agata Feltria in Emilia-Romagna, oltre al Teatro Sociale di Amelia e il Teatro Menotti di Spoleto in Umbria.
Il dossier è stato valutato dalla Commissione Nazionale per l’Unesco, che ha selezionato la candidatura italiana prima di trasmetterla al Ministero degli Affari Esteri e quindi al Centro del Patrimonio Mondiale Unesco di Parigi. Dopo la presentazione ufficiale, il progetto sta ora affrontando la fase di valutazione da parte degli organismi consultivi indipendenti Unesco.
Superato con successo il primo step di verifica della completezza del dossier, inizia ora una delicata fase di analisi della documentazione. Parallelamente alla candidatura Unesco, la Regione Marche ha stanziato 4 milioni di euro per la riqualificazione e valorizzazione dell’intero sistema teatrale storico. Sebbene il progetto si concentri sui diciotto teatri selezionati, tutti i 62 teatri storici inizialmente considerati restano parte del piano di valorizzazione. Biondi ha ribadito che l’obiettivo più ampio rimane quello di promuovere l’intero sistema teatrale marchigiano, indipendentemente dal risultato della candidatura.
Nei prossimi mesi verranno effettuati sopralluoghi e verifiche da parte di esperti internazionali. La decisione finale dell’Unesco è attesa entro l’estate del 2026, con l’auspicio che il riconoscimento porti benefici a tutta la rete dei teatri storici marchigiani.