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A distanza di otto anni dal sisma del 2016, oltre 6mila famiglie sono fuori casa, mentre i lavori di ricostruzione avanzano con significativi ostacoli da superare.
Otto anni dopo il devastante terremoto del 24 agosto 2016 che ha colpito il centro Italia, la ricostruzione nelle Marche prosegue con numeri significativi, ma le difficoltà non mancano. Attualmente, oltre 6mila famiglie vivono ancora in soluzioni abitative temporanee, tra Cas (contributo di autonoma sistemazione) e SAE (Soluzioni Abitative in Emergenza).
Stato dei lavori
Secondo gli ultimi dati, la ricostruzione pubblica ha visto 1.846 interventi programmati, per un importo totale di 2,23 miliardi di euro. Di questi interventi, 102 non sono ancora avviati, 765 sono in fase di progettazione, 441 sono in corso e 255 sono completati. Sul fronte della ricostruzione privata, sono stati richiesti 10,19 miliardi di euro per 12.312 cantieri, di cui 6.738 già conclusi.
I cantieri più critici
Occhi puntati in particolare su Arquata del Tronto, Camerino e Castelsantangelo sul Nera. Nello specifico, per Arquata del Tronto – uno dei centri più devastati dal sisma – è stato definito uno dei progetti più innovativi della ricostruzione post sisma ed è stato dato il via libera al progetto esecutivo per la ricostruzione del centro storico.
Le sfide della ricostruzione
Le autorità sottolineano che il percorso di ricostruzione non riguarda solo il ripristino degli edifici, ma anche la rivitalizzazione socio-economica dei territori colpiti. Infatti, il Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Guido Castelli, ha evidenziato come sia cruciale che le famiglie possano tornare presto alla normalità nelle loro abitazioni. Questo richiede un impegno continuo non solo nelle opere fisiche, ma anche nel ripristino delle attività economiche e nella promozione del turismo nelle aree colpite.
Obiettivi e prospettive
Il confronto con la ricostruzione del Friuli, conclusasi in 19 anni, offre un termine di paragone importante. La sfida è ora quella di completare i lavori nelle Marche in tempi possibilmente inferiori, mirando a restituire le case alle famiglie nel prossimo futuro. Castelli ha affermato che la priorità sarà data alle prime case e l’obiettivo primario sarà quello di recuperare il ritardo accumulato negli anni passati.
In sintesi, la ricostruzione nelle Marche è un processo complesso e ancora lontano dal concludersi. Le sfide sono molteplici, ma le autorità sono impegnate a garantire che i lavori procedano con maggiore celerità e che le comunità possano presto ritrovare la tanto attesa stabilità.