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Un anno in più per chiudere i cantieri e salvaguardare sconto in fattura e cessione del credito
La scadenza del 30 dicembre 2025 rischiava di bloccare circa 5mila cantieri della ricostruzione post-sisma. La preoccupazione nasceva dal fatto che molti interventi, integrati tra bonus 110 e contributi per la ricostruzione, non sarebbero riusciti a completare i lavori e a rendicontare le spese entro la fine dell’anno. Una situazione complessa che avrebbe potuto compromettere una parte significativa delle opere di ripristino gestite dal commissario alla ricostruzione Guido Castelli.
Per comprendere il contesto, occorre tornare al 30 marzo 2024, data di approvazione del decreto legge che ha segnato la fine del Superbonus 110. Nonostante le pratiche avviate prima di quella data rimanessero formalmente valide, la normativa prevedeva comunque la rendicontazione entro il 2025, rendendo concreto il rischio di un blocco dei lavori.
Secondo quanto emerge da una bozza della legge di bilancio, Castelli avrebbe ottenuto una proroga fino al 31 dicembre 2026 per la rendicontazione delle spese relative ai cantieri collegati al Superbonus 110. Si tratta di un anno aggiuntivo considerato cruciale per completare opere complesse e garantire la chiusura dei cantieri in corso.
L’inserimento della proroga al comma 54 dell’articolo 113 della finanziaria avrebbe evitato gravi ripercussioni economiche: senza questo intervento, le imprese coinvolte avrebbero rischiato di perdere gli incentivi previsti, con un conseguente aumento dei costi.
La misura consente inoltre di mantenere le modalità dello sconto in fattura e della cessione del credito di imposta, strumenti essenziali per la gestione dei bonus edilizi.
La bozza prevede anche ulteriori disposizioni a favore dei territori colpiti dal sisma: sospensione dei mutui della Cassa Depositi e Prestiti per i comuni, sospensione analoga per imprese e cittadini privati, e conferma per il 2026 della zona franca urbana, che consente l’esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi dei lavoratori.
Il nuovo termine del 31 dicembre 2026 rappresenta dunque la scadenza decisiva per completare la ricostruzione senza disperdere il lavoro svolto finora.


