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La Guinza è una delle opere più attese e discusse della storia delle infrastrutture italiane. Si tratta di una galleria di 18 km che dovrebbe collegare Fano e Grosseto, attraversando il Parco Naturale del Monte San Bartolo. Il progetto risale al 1988, ma i lavori sono stati interrotti più volte per problemi tecnici, ambientali e finanziari. Ora, dopo 30 anni di attesa, sembra che la Guinza sia finalmente vicina alla sua realizzazione.
Il governo ha infatti annunciato che la galleria sarà pronta nel 2027 e che il resto della Fano-Grosseto sarà completato a stralci, seguendo un nuovo schema di valutazione degli investimenti pubblici. Questo schema, spiega il professor Fabrizio Baldelli, esperto di economia delle infrastrutture, ha lo scopo di “bilanciare le spese per la loro realizzazione, tenendo conto dei benefici economici, sociali e ambientali che ne derivano”.
La Guinza, secondo il professor Baldelli, è un’opera strategica per lo sviluppo delle Marche, in quanto “migliorerà la mobilità e la sicurezza dei trasporti, ridurrà i tempi di percorrenza e le emissioni di CO2, favorirà il turismo e le attività produttive, creerà occupazione e ricchezza”. Tuttavia, il professor Baldelli sottolinea anche che la Guinza non è priva di criticità, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale e paesaggistico. “La galleria attraverserà un’area di grande valore naturalistico e storico, che va salvaguardata con la massima attenzione. Per questo, sono in corso delle bonifiche belliche e delle rilevazioni ambientali, che dovranno essere seguite da un monitoraggio costante e da un piano di mitigazione degli effetti negativi”.
La Guinza, insomma, è un’opera che divide e appassiona, che rappresenta una sfida e una speranza per le Marche. Per questo, abbiamo voluto raccontarla attraverso la testimonianza di uno dei protagonisti della sua storia: Giorgio, un operaio che ha lavorato al cantiere della Guinza nel 1994, quando l’opera sembrava ormai destinata a rimanere incompiuta. Giorgio ci ha mostrato la foto che ha scattato il giorno in cui ha chiuso il cancello del cantiere, con il volto coperto da una mascherina per proteggersi dalla polvere. “Era una giornata triste, ma anche di orgoglio. Avevamo lavorato tanto, con passione e professionalità, per realizzare un’opera che avrebbe cambiato il volto delle Marche. Poi, tutto si è fermato, per motivi che non abbiamo mai capito bene. Ora, sento dire che la Guinza riparte, e ne sono felice. Spero solo che questa volta sia la volta buona, e che la galleria possa finalmente vedere la luce”.
Fonte foto: ansa.it